Ciao!
Questo maggio pazzerello (esce il sole e prendi l’ombrello) pareva non finire mai. Per rendercelo più agevole ci siamo sobbarcati l’incommensurabile piacere di somministrare “(Quasi) un premio” ai migliori fumetti del 2023. Adesso che il mese e il tema sono agli sgoccioli, te lo possiamo dire: è stata una faticaccia. Abbiamo deciso di dedicare i prossimi tre o quattro mesi di (Quasi) a temi leggeri, anzi leggerissimi.
Abbiamo proprio voglia di svago e cazzeggio. Allora, per essere sicuri di non essere fraintesi (c’è chi crede che la noia regni sovrana in questa redazione considerata un po’ musona), apriamo il settimanale con il testo del brano più ascoltato in Italia durante la scorsa estate:
«Sbagliare un calcio di rigore
Suonare prima dei Coldplay, forse sì, forse no
Almeno tu hai sempre ragione (excuse me?)
Quante domande ti farei, dimmi di sì, dimmi di no
Che ho un tatuaggio da rifare perché non mi piace più
A volte ho l'ansia che mi sale (che mi sale)
La cosa che mi fa incazzare è quando non mi parli più
E il mondo sembra tutto uguale (tutto uguale)
Io mi fido più di te che di me, che dei miei, dei DJ
Presto che non resisto
Italodisco, scusa se insisto, ma questa notte
Quello che preferisco
È un chiodo fisso, un imprevisto per far l'amore
(Ah)
Questa non è Ibiza
Festivalbar con la cassa dritta
Ti sto cercando, ma è nebbia fitta
Ti giuro, se ti penso, la mia testa suona
Suona Italodisco.»
“(Quasi) un premio” ci ha un po’ affaticati. Ne hanno discusso per un’ultima volta (almeno fino all’anno prossimo) i due dittatori che dicono di curare – con piglio di amorevole condivisione di idee e ideali – la rivista che non legge nessunə. Fanno questa rubrica in cui simulano un dialogo (ma si capisce che è finto, cialtroni!) per dire cose scomode che, se non si appoggiassero a vicenda, non troverebbero il coraggio di affermare. La chiamano “Facoltà di cazzeggio” e, questa volta, hanno deciso di dire la loro “Facoltà di premiare”.
Per fortuna la prode redazione ha deciso – bontà sua – di non mollare i due poveracci a fare la rivista in totale solitudine. Paolo Valeri, per esempio, continua a tentare un confronto impossibile tra un caposaldo dell’antropologia, come Argonauti del Pacifico Occidentale di Bronisław Malinowski, e Una ballata del mare salato di Hugo Pratt. È giunto alla terza parte – le prime due le trovi qui e qui – con un capitolo intitolato “Il circolo ermeneutico del colonialismo”.
Alessandro Lise prosegue il suo esercizio settimanale di lettura di Rusty Brown di Chris Ware. È finalmente approdato alla diciottesima pagina di un libro che di pagine ne conta 350 (e che l’autore considera ancora un “work in progress”). Ci piacciono le sfide impossibili, tutte le declinazioni del paradosso di Zenone, il rischio della ricorsività e gli strani anelli; non possiamo che amare questa follia di Alessandro: “E. 1 – Di passaggio, p. 18”.
Su (Quasi), ovviamente, è uscito molto altro. Fai un giro e preparati a perderti e a godere, seguendo suggestioni, temi, rubriche, richiami e link vari.
(QuasiQuasi) è il nostro modo per tenere traccia delle cose che ci piacciono e ci interessano, anche quando succedono oltre le colonne d’Ercole del nostro sito.
Attendiamo con ansia l’inizio dei mesi del cazzeggio selvaggio. Abbiamo gioito come bimbi scoprendo un film su Wolverine fatto da un fan: Logan the Wolf (A Wolverine fan film).
Se poi ti fai un giro sugli account social di Godefroy Ryckewaert (in particolare sul suo canale YouTube) puoi fare una scorpacciata di cortometraggi d’azione demenziali bruttarelli ma con un bel po’ di idee.
Nella settimana in cui sono usciti alcuni dei brani più inutili della canzone italica (Gazzè e Britti su tutti), ci hanno rallegrato Rutti di Morgan e Le vecchie maniere di Appino.
Poi, siccome l’editore ci tiene che da queste parti si parli di fumetto, abbiamo una domanda per te. Che fine ha fatto Spirou? Proprio il personaggio, diciamo. Un paio di anni fa è uscito il cinquantaseiesimo volume delle sue avventure, La mort de Spirou di Guerrive, Abitan et Schwartz. Quell’albo, che annunciava la morte dell’eroe fin dal titolo e dalla copertina, si chiudeva con una scena agghiacciante. La redazione della casa editrice, nella celebrazione del personaggio narrata nelle ultime pagine del fumetto, mostrava la più grande indifferenza per la scomparsa di Spirou. Alla fine del libro, una pagina pubblicitaria annunciava un volume successivo nel quale l’eroe era sostituito da un altro personaggio. Da allora la casa editrice lascia intendere un seguito delle vicende, addirittura prepubblica sul settimanale che ha in testata il nome del personaggio trentadue pagine della nuova storia. Ma pare che nulla accada. Che sta succedendo?
(Quasi) è una rivista di critica del fumetto ed è consapevole che, per esercitare questa funzione, l’unico approccio possibile è quello della militanza.
(Quasi) parla solo del bello, del buono e dell’utile.
(Quasi) non tributa al fumetto alcuna centralità nella vita e nel mondo. Lo considera un modo del racconto straordinario e straordinariamente vitale che non rappresenta in alcun modo la vita.
(Quasi) crede che il fumetto aiuti a vivere meglio.
(Quasi) è una rivista ed esige che tutti i suoi contenuti siano letti come se fossero tenuti insieme da un filo rosso visibilissimo. Il quadro d’insieme è dinamico, instabile, mosso e approssimativo.
Per questo motivo (Quasi) si chiama (Quasi).
(Quasi) è un progetto di Boris Battaglia e Paolo Interdonato.
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